Tina Modotti e Juan Antonio Mella: Uniti per sempre a Gennaio

Inizio queste publicazioni, con alcuni articoli su Tina Modotti (1896-1942), fotografa, attrice e modella Italiana. Questi lavori sono opera di Reina Torres Pérez (Ciégo de Ávila, Cuba), collaboratrice del progetto socioculturale cubano “Haciendo Almas” e oggi Direttrice della televisione provinciale di Ciégo de Ávila.

Reina ha una passione particolare per la vita di Tina Modotti, per il suo modo di essere una donna emancipata e rivoluzionaria, in un contesto di tempo dove le donne erano relegate quasi sempre a ruoli secondari e ai tempi del portale Quintavenida mi ha inviato numerosi articoli dedicati a Tina. Oggi Reina Torres sta per pubblicare a Cuba un libro su Tina Modotti.

L’articolo di oggi, che fu pubblicato in gennaio del 2011 su Quintavenida.it, è dedicato al legame tra Tina e Juan Antonio Mella (1903-1929), comunista e rivoluzionario cubano.

Julio Antonio e Tina: Uniti per sempre in gennaio.   

Juan Antonio Mella e Tina Modotti

Autore del testo: Lic. Reina de la C. Torres Pérez – Traduzione di Stefano Guastella

“Mia cara Tiníssima:

Può essere che per te possa sembrare una imprudenza il telegramma, dato che sei abituata  a riempirti di stupore per tutto quello che accade tra di noi. Come se il fatto di amarci, fosse il crimine più grande che abbiamo commesso. Nonostante questo, non c’è niente di più giusto, naturale e necessario per le nostre vite… Credo che oggi perderò la ragione. Ho pensato con troppo dolore in questi giorni e oggi sono ancora aperte le ferite che mi ha prodotto questa separazione, la più dolorosa della mia vita” 1

Scriveva così, il giovane Julio Antonio Mella, il giorno 11 settembre del 1928, da Veracruz, commosso per la separazione momentanea. A Città del Messico era rimasta una donna che riempiva il suo pensiero e che faceva sì che soffrisse l’immenso delirio di amarla. Soffrire, si, perché lei, che era ugualmente convinta di aver incontrato nel cubano, il grande amore della sua vita, gli aveva chiesto tempo per  poter risolvere la sua situazione, dato che nel momento in cui Mella irruppe nella sua vita personale, era ancora compromessa sentimentalmente con il messicano Xavier Guerrero.

Tina sarebbe diventata la compagna degli ultimi quattro mesi di esistenza del fondatore della Federazione Studentesca Universitaria (FEU) e del Primo Partito Comunista di Cuba, diventando la più grande delle passioni di Juan, privilegio non avrebbe raggiunto una donna qualunque. Questo merito lo poteva ottenere solo una donna come lei: Una donna libera del suo tempo.

Così lontani e così vicini

Assunta Adelaide Luigia Modotti, o semplicemente Tina, nasce nei dintorni di Udine, nel nord Italia, il 16 agosto del 1896. Ebbe un’infanzia della quale non si conosce molto. La cosa più risaputa è il fatto che a solo dodici anni di età faceva già l’operaia in una fabbrica tessile, essendo il suo salario l’unico sostegno familiare.

A diciassette anni, emigra verso gli Stati Uniti insieme a sua sorella Mercedes, seguendo i passi del padre Giuseppe, operaio di affiliazione socialista. Nel grande paese nordamericano, soffre sulla propria pelle la discriminazione e lo sfruttamento. Lavora come impiegata in una fabbrica di seta (1913-1914). Successivamente fu  assunta per lavorare in una casa di moda e poi lavorare come modella nella stessa casa. Recitò, insieme a suo padre, nei teatri operai e diventò una ragazza amata e popolare tra gli emigrati italiani 2. Questi sono stati i primi passi nel mondo dell’arte.

Hollywood diventa una pagina della  sua vita, E’ qui che recita in vari film del cinema muto. La sua figura latina era attraente per il mercato. Pero Tina era molto di più che questo. Ha l’opportunità di avvicinarsi alla vera arte, prima per mano del poeta e pittore franco-canadese Roubaix de L´Abrie Richey, Robo, il suo primo marito (1917), del quale era stata modella, e poi per mano del fotografo nordamericano Edward Weston, per il quale ugualmente lavorò come modella, diventando inoltre sua discepola.

La luce abbagliante dell’effervescenza culturale in America e Messico, paese che Robo considerava come paradiso degli artisti, la seduce. Ed è proprio in Messico che nel 1922, muore quel ragazzo “dagli occhi oscurati dai sogni”, come lei stessa lo descriveva3. Avida di sapere e con un talento naturale invidiabile, si inserisce sempre di più nel mondo della cultura. Così stabilisce relazioni con figure del calibro di Diego Rivera, David Sequeiro, Frida Khalo, Juan Clemente Orozco e Xavier Guerrero, che aveva già conosciuto durante una esposizione in  California.

Accanto a  Weston percorre la patria di Juárez,  ammirandola e fotografandola. Si impregna del contesto e si identifica con quei contadini che ritrae con delle istantanee, mostra realistica ed affidabile della impressionante realtà e dei problemi sociali che avvenivano nel mezzo di una rivoluzione. Anche la politica ha la sua parte di arte e Tina si immerge in essa.

Diventò membro del Partito Comunista nel 1927, partecipò attivamente alla campagna “Mani  Fuori dal Nicaragua” in appoggio alla lotta di Augusto C. Sandino ed aiutò a fondare il primo comitato antifascista italiano. Lavorò come editrice, collaboratrice e fotografa della rivista Folklor Mexicano e nella pubblicazione de El Machete, creato dal Sindacato degli Operai, Tecnici, Pittori e Scultori nel 1924.

La giovane contadina italiana, si era rivelata per la rivoluzionaria che era, fino al giorno della sua morte. Il suo matrimonio con Xavier Guerrero, che oltre ad essere un pittore era un distinto militante del Partito Comunista Messicano, la introduce definitivamente nel cammino della lotta proletaria. Guerrero va a Mosca nel 1927, nella scuola Lenin del PCUS. Tina si promise di aspettarlo, mantenne le comunicazioni nonostante la distanza. Passò forse un  anno. A questo punto, appare il suo più grande amore: Mella 4

Si afferma che si conobbero nel 1928, in una manifestazione in commemorazione della ingiusta esecuzione di Sacco y Vanzetti*. Condivideranno  insieme meeting, proteste popolari e anche il lavoro nella rivista  El Machete. Fu li che si scoprirono realmente. “li presentai”, ricorda Rosendo Gómez Lorenzo, uno degli editori del periodico, “e mi resi conto che c’era stato una specie di <colpo di fulmine reciproco>, perché i due si guardarono come se stessero scoprendo una cosa che non conoscevano” 5. “Qualche volta rimasero soli nella redazione del periodico. Dal primo istante i loro corpi sentirono l’attrazione e, in una stanzina, che chiamavamo <l’archivio>, si amarono” 6. Però sarà solo a settembre, quando Guerrero viene a conoscenza per mano e lettera della stessa Tina, della passione straripante della donna  per il cubano, che lei si consegna anima e corpo a Julio Antonio.

Mella era già un leader, non solo nell’ambiente studentesco, come è stato ripetutamente qualificato. Le sua attività ed energie, incanalate verso una rotta precisa, a partire dall’inizio della lotta per l’abbattimento del malgoverno di Gerardo Machado, avevano raggiunto una dimensione superiore. D’ispirazione Martiana, marxista-leninista e profondamente antimperialista, arriva in Messico per continuare la sua carriera di rivoluzionario, ricevendo immediatamente riconoscimenti, amore ed ammirazione, dagli umili e dai progressisti, di questo paese amico.

Mella fu colui che con i forti pugni del suo gruppo di “manicatos”, composto da trenta persone, occupò l’Università, fondò a Cuba la federazione Studentesca Universitaria, fu amministratore e collaboratore della rivista “Alma Mater”, diresse il movimento riformista dell’Università de La Habana, che presiedette la Federazione Anticlericale, creò e lavorò intensamente nell’Università Popolare “José Martí”, che chiamava “la figlia amata dei miei sogni” 7 e, se tutto questo sembrasse poco, fondò la sezione cubana della Lega Antimperialista delle Americhe, l’istituto Politecnico “Ariel” e il Partito comunista di Cuba. Fu costretto a fuggire dalla sua amata patria nel gennaio del 1926, per evitare di essere assassinato a causa degli ordini de “l’Asino con gli Artigli” (asno con garras), come il suo caro amico, Rubén Martínez Villena, aveva qualificato il presidente della Repubblica. Ormai Mella era diventato l’obiettivo principale dell’odio di Machado 8.

Ed è esattamente nell’anno 1926, che entra a far parte del Partito Comunista Messicano, per poter continuare la sua battaglia da questa terra. I messicani lo scelgono perché assista, nel febbraio del 1927, al Congresso Mondiale contro l’oppressione coloniale e contro l’imperialismo, celebrato a Bruxelles, in Belgio. Mella fa comizi, scrive e pubblica articoli in periodici come El Machete, organo del partito del quale faceva parte, utilizzando gli pseudonimi di Cuahtemoc Zapata e KIM (abbreviazione dell’Internazionale giovanile Comunista, in lingua russa) 9. Nello stesso periodico, tenne una colonna fissa intitolata “la settimana internazionale”. Pubblica anche su “Treno Blindato”, organo ufficiale, anche se ebbe vita breve,, dell’Associazione degli studenti Proletari, fondata tra l’agosto e il settembre del 1928 dallo stesso Mella, insieme ad altri giovani rivoluzionari  come Andrés Manestrosa e  M. Moreno Sánchez.

Il “grande Fondatore” come lo possiamo chiamare, organizza sul suolo  messicano anche la ANERC (Associazione Nazionale degli Emigrati Rivoluzionari di Cuba), che potrà contare su delegazioni a Parigi, New Yorkk, Madrid e a Bogotà. La Delegazione Centrale si trovava a Città del Messico ed era qui che veniva stampato la sua rivista mensile “Cuba Libre”. Il suo obiettivo era quello di unire in una sola organizzazione, tutti color che erano dovuti uscire da Cuba, perseguiti dalla reazione di Machado. “E’ commovente la storia di questo giovane, che ha avuto una vita così breve, così dinamica, così combattiva e così profonda”, segnalò il comandante Fidel Castro, durante la commemorazione del 50° anniversario della fondazione del primo Partito Comunista Marxista-Leninista di Cuba.

Fu di quel  torrente, con  il corpo di un uomo, che si innamorò la fotografa italiana. I due comunisti furono entrambi protagonisti di una leggenda d’amore, degna di essere evocata, solo quando a qualcuno di noi tremi la voce, di fronte alla persona amata, per essere come Mella, vincendo la timidezza e per essere come Tina, nel consegnarci senza preconcetti, ne condizioni all’amore.  

*Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti: italiani anarchici, furono accusati di due omicidi durante una rapina milionaria nel 1920. Il crimine fu usato contro i due immigrati italiani, che furono colpevolizzati solo perché erano dei “radicali” e stranieri in un paese che viveva nel mezzo di un’ onda di repressione contro “i Rossi”. I due italiani furono condannati alla sedia elettrica a Boston, Stati Uniti, il 23 agosto del 1927.

Referenze bibliografiche.

1 Adys Cupull y Froilán González. Hasta que llegue el tiempo, p.232. Editora Política, La Habana, 1999

2 Adys Cupull y Froilán González. Julio A. Mella en medio del fuego: un asesinato en México, p.107. Casa Editora Abril, La Habana, 2006

3 Miriam Ancízar. Tal vez tu corazón oye crecer la rosa. Revista Somos Jóvenes, p.19.Marzo 2004

4 Ibidem, p. 21.

5 Testimonio incluido en el libro Mella Cien años de Ana Cairo, pp. 294-295

6  Elena Poniatowska. Tinisíma, p.35. Fondo Editorial Casa de las Américas. 2006

7 Erasmo Dumpierre. J.A.Mella. Biografía, p.31. Editorial de Ciencias Sociales. Ciudad de La Habana. 1995

Paco Ignacio Taíbo II. Tony Guiteras, un hombre guapo, p.17. Editorial de Ciencias Sociales, La Habana, 2009

9 Erasmo Dumpierre. J.A.Mella. Biografía, p.102. Editorial de Ciencias Sociales. Ciudad de La Habana. 1995

  

  • Versione originale in Spagnolo

Unidos para siempre en enero.   

Autora: Lic. Reina de la C. Torres Pérez

“Mía cara Tiníssima:

Puede ser que para ti fuera una imprudencia el telegrama, pues estas acostumbrada a llenarte de asombro por todo lo que hay entre nosotros. Como si fuera el crimen más grande el que cometemos al amarnos. Sin embargo, nada más  justo, natural y necesario para nuestras vidas… Creo que voy a perder la razón. He pensado con demasiado dolor en estos días y hoy tengo todavía abiertas las heridas que me ha producido esta separación, la más dolorosa de mi vida” 1

Así escribía el joven Julio Antonio Mella, el 11 de septiembre de 1928, desde Veracruz, conmocionado por la separación momentánea. En Ciudad México había quedado una mujer que colmaba su pensamiento y que hacía que padeciera el inmenso delirio de amarla. Padecer, sí, porque ella, convencida también de haber encontrado en el cubano, el gran amor de su vida, le había pedido tiempo para solucionar su situación, porque hasta el momento en que Mella irrumpió en su historia personal, se encontraba comprometida sentimentalmente  con el mexicano Xavier Guerrero.

Tina se convertiría en la compañera de los últimos cuatro meses de existencia del fundador de la Federación Estudiantil Universitaria y el Primer Partido Comunista de Cuba y en la más grande de sus pasiones, privilegios que no cualquier mujer merecería. Esos méritos sólo podría lograrlo alguien como ella: una mujer liberada de su tiempo.

Tan lejos y tan cerca

Asunta Adelaida Luigia Modotti, o simplemente Tina, nace en las afueras de Udine, al norte de Italia, el 16 de agosto de 1896. Tuvo una infancia de la que no se conoce mucho. Quizás lo más difundido sea el hecho de que con sólo doce años era ya obrera de una fábrica textil, siendo su salario el único sustento familiar.

Con diecisiete años emigra a los Estados Unidos, siguiendo los pasos del padre Giuseppe, obrero de afiliación socialista, y su hermana Mercedes. En el imponente país sufre en carne propia la discriminación y  la explotación. Labora como empleada en una fábrica de seda (1913-1914). Un tiempo después fue contratada para trabajar en una casa de modas y más tarde como modelo de la misma. Actuó, junto a su padre, en los teatros obreros y se convirtió en una muchacha querida y popular entre los emigrados italianos 2. Son los primeros pasos en el mundo del arte.

Hollywood se convierte en página de su vida. Allí actúa en varios filmes del cine silente. Su tipo latino era aparente para el mercado. Pero Tina era más que eso. Tiene la oportunidad de acercarse al arte verdadero, primero de la mano del poeta y pintor franco-canadiense Roubaix de L ´Abrie Richey, Robo, su primer esposo (1917), de quien había sido modelo, y después de la mano del fotógrafo norteamericano Edward Weston, para quien también trabajó como modelo, convirtiéndose además en discípula.

La deslumbra la efervescencia cultural en América, y México, país al que Robo consideraba el paraíso de artistas, la seduce. Allí muere en 1922, aquel muchacho “de ojos oscurecidos por los sueños”, como ella misma lo describiera3. Ávida de conocimiento y con un talento natural envidiable se interna cada vez más en el mundo de la cultura. Así establece relación con figuras de la talla de Diego Rivera, David Sequeiro, Frida Khalo, Juan Clemente Orozco y Xavier Guerrero, a quien ya había conocido en una exposición en California.

Más cercana a Weston recorre la patria de Juárez,  admirándola y fotografiándola. Se impregna del contexto e identifica con aquellos campesinos a los que toma instantáneas, muestra fehaciente de la impresionante realidad y los problemas sociales que se sucedían en medio de las contradicciones de una revolución. La política también tiene de arte, y Tina se sumerge en ella.

Se hizo miembro del Partido Comunista en 1927, participó activamente en la campaña “Manos fuera de Nicaragua” en apoyo a la lucha de Augusto C. Sandino y ayudó a fundar el primer comité antifascista italiano. Trabajó como editora, colaboradora y fotógrafa de la revista Folklor Mexicano y en la publicación de El Machete, creado por el Sindicato de Obreros, Técnicos, Pinturas y Esculturas en 1924.

La joven campesina italiana se había perfilado como la revolucionaria que sería hasta el día de su muerte. Su matrimonio con Xavier Guerrero, quien además de pintor era un destacado militante del Partido Comunista Mexicano, la introduce definitivamente en el camino de la lucha proletaria. Guerrero marcha en 1927 a Moscú, a la Escuela Lenin, del PCUS. Tina se propuso esperarlo, mantuvo la comunicación a pesar de la distancia. Pasó un año quizás. Aparece entonces, su más grande amor: Mella 4

Se afirma que coincidieron en 1928, en una manifestación en conmemoración de la injusta ejecución de Sacco y Vanzetti*. Compartirían en mítines, protestas populares, y también el trabajo en  El Machete. Fue allí donde realmente  se descubrieron. “Los presenté- recuerda Rosendo Gómez Lorenzo, uno de los editores del periódico- y me di cuenta de que había habido una especie de “flechazo mutuo”, porque los dos se miraron como descubriendo una cosa que no conocían” 5. Alguna vez quedaron solos en la redacción del periódico. Desde el primer instante sus cuerpos sintieron la atracción, y en un cuartito, al que llamaban El Archivo, se amaron 6. Pero no sería hasta septiembre, cuando Guerrero conoce de puño y letra de la propia Tina, la pasión desbordante de la mujer por el cubano, que esta se entrega en cuerpo y alma a Julio Antonio.

Mella era ya todo un líder, no sólo estudiantil, como reiteradamente se le califica. Su actividad y energía, encauzada a partir de la lucha por el derrocamiento del desgobierno de Gerardo Machado, habían alcanzado una dimensión superior. Martiano, marxista-leninista, y profundamente antiimperialista, llega a México para continuar su carrera de revolucionario, siendo identificado, querido y admirado rápidamente por los más humildes y progresistas, en el hermano país.

Quien con los fuertes puños de sus treinta Manicatos tomó la universidad, fundara en Cuba la Federación Estudiantil Universitaria, fuera administrador y colaborador de la revista Alma Mater, dirigiera el movimiento reformista de la Universidad de La Habana, presidiera la Federación Anticlerical, creara y trabajara intensamente en la Universidad Popular “José Martí”, a la que llamaba, “la hija querida de mis sueños” 7, y por si pareciera insuficiente fundara la sección cubana de la Liga Antiimperialista de las Américas, el Instituto Politécnico “Ariel” y el Partido Comunista de Cuba, es el mismo joven que tiene que escapar de su amada patria en enero de 1926, para evitar ser asesinado por órdenes del asno con garras, como Rubén Martínez Villena, el entrañable amigo, había calificado al presidente de la República, porque Mella se vuelve el sujeto de los odios de Machado 8.

Es precisamente en el año 1926 que ingresa en el Partido Comunista Mexicano, para en esta tierra proseguir su batallar. Los mexicanos lo eligen para que asista en febrero de 1927 al Congreso Mundial contra la opresión colonial y el imperialismo, celebrado en Bruselas, Bélgica. Mella da discursos, escribe y publica artículos en periódicos como El Machete, órgano del partido al que pertenecía, utilizando los seudónimos  de Cuahtemoc Zapata y KIM (abreviatura de la Internacional Juvenil Comunista, en idioma ruso) 9. Allí tuvo una columna fija titulada La Semana Internacional. También publica en Tren Blindado, órgano oficial, aunque de vida efímera, de la Asociación de Estudiantes Proletarios, fundada entre agosto y septiembre de 1928, por él junto a jóvenes revolucionarios como Andrés Manestrosa y  M. Moreno Sánchez. El gran fundador, como pudiéramos nombrarle, también organiza en suelo mexicano la ANERC (Asociación Nacional de Emigrados Revolucionarios de Cuba), que contaría con delegaciones en París, Nueva York, Madrid y Bogotá. La Delegación Central se hallaba en Ciudad México y era aquí donde se editaba su órgano mensual Cuba Libre. Su objetivo: unir en una sola organización a todos los que habían tenido que salir de Cuba perseguidos por la reacción machadista. “Es conmovedora la historia de esta vida tan breve, tan dinámica, tan combativa y tan profunda”, señalaría el Comandante en Jefe Fidel Castro, cuando se conmemoraron 50 años de la fundación del  primer Partido Comunista Marxista-Leninista de Cuba.

Fue de aquel torrente con cuerpo de hombre, del que se enamoró la fotógrafa italiana. Fueron ambos comunistas los protagonistas de una leyenda de amor, digna de evocar, justo cuando nos tiemble la voz ante el ser querido, para como Mella, vencer la timidez y para como Tina, entregarnos sin preconceptos ni condiciones.

Como algo definitivo

En Tina Modotti, Julio Antonio Mella encontró no sólo la belleza y la sensualidad de una mujer. Con ella estableció el intercambio espiritual e intelectual que solamente entre almas gemelas puede alcanzarse. Entre ellos todo fluía. Se trataba de la comunicación de dos seres con los mismos sueños, esperanzas, anhelos y con la misma fuerza telúrica para amar.

Cuando a penas contaba con diecisiete años de edad, Julio Antonio decidió irse a México e ingresar en el ejército de ese país, incentivado por las lecturas y el diálogo con su maestro, el poeta mexicano Salvador Díaz Mirón, exiliado en Cuba, contando con la epopeya de la revolución para escenario de sus sueños. En aquel entonces, joven al fin, se adentra en la vida nocturna. Por eso visita un burdel, pero aquella clase de “amor” nada tiene que ver con él. Al respecto deja constancia en su diario: “El amor comprado no sé cómo puede agradar a muchos. A mí me asquea, me da náuseas” 10. No se complacerá nunca con el simple diálogo carnal. Necesitará también la compenetración espiritual. Y esa la alcanzaría con su Tiníssima.

En entrevista concedida a la periodista Alina Perera, la escritora argentina Raquel Tibol, respecto a esta relación amorosa, destaca: “(..) Él es un trabajador político. Escribe mañana, tarde y noche, y cuando se va a vivir con Tina Modotti ambos se complementan: ella le da tranquilidad para poder escribir, él ya viene de un matrimonio deshecho (…) Entre ellos hubo identificación, que es distinto a una influencia, porque los dos venían de una militancia. Tina venía de la clase obrera, había sido obrera desde niña. Mella, comparado con los orígenes de Tina, venía como quien dice de una cuna más confortable. Ahí hubo un entendimiento entre dos seres de gran refinamiento espiritual (…)” 11

Tina lo enriqueció, propiciándole andar por el mundo del arte, del gusto y la visión estética. Mella escribiría no sólo crónicas de naturaleza política, sino también valoraciones de cine, como lo hizo al comentar la película Octubre de Serguei Eisenstein, o el poema La Zafra, del cubano Agustín Acosta 12. Junto a él, ella ampliaría su pupila, y con su incondicional compañera, la cámara fotográfica, se adentraría en las miserias y en los detalles de la sociedad donde compartían la vida.

No fueron la una del otro, ni viceversa, la primera historia de amor. Ella había querido a Robo, había experimentado un loco amor por Weston, y Xavier Guerrero fue el esposo, el camarada, como años más tarde lo sería Vittorio Vidali.  Él por su parte vibró con la sublimación del amor casi adolescente por Silvia Masvidal, y Oliva Zaldívar fue la valiente jovencita que desoyendo y contrariando las imposiciones familiares y de la época se unió al temerario Apolo del Patio de Los Laureles, de la casa de altos estudios en la capital cubana, para convertirse en la esposa y la madre de su única hija. Pero estaba escrito que el fuego y también la paz se encontraban cifrados en la entrega mutua de aquellos humanos, que de tan bellos que eran, escandalizaban.

Nadie como Tina para perpetuar la imagen de Julio, como le solía decir en la intimidad. Ahí están las fotos que le tomó, para atestiguarlo. Nadie como Mella la describió, sobre todo “aquella espalda con aquel pelo negro, suelto como una bandera”.

Iban del brazo cuando las balas asesinas enviadas por Machado dieron en el blanco. El joven lo había vaticinado antes de salir de Cuba: “No le tengo ni un ápice de miedo a la muerte, lo único que siento es que me van a asesinar por la espalda” 13.

Estaban en México, era el 10 de enero de 1929. Las últimas palabras del amante insustituible fueron “Muero por la Revolución…Tina, me muero”. Cuánto dolor, cuánta angustia. “No te vas a morir, estás muy joven”, diría ella, incrédula ante tanta injusticia. Precisamente a ella, la que más lo amó y a la que más amó, la intentaron acusar de cómplice del asesinato, pretendiendo que pasara por crimen pasional. Al no poder ser probada la injuria, es declarada inocente, pero desde hacía tres años tenía un expediente abierto como “comunista peligrosa”. Otra patraña concertada por la derecha, logró que  fuera expulsada de México en 1930, y tiene que refugiarse en Europa. Pero en la Modotti nada cambia. Es la María de la guerra civil española, de la Cruz Roja y las Brigadas Internacionales. La que conoce campos de concentración en Francia; la del exilio casi clandestino Es la misma que al regresar como asilada a México en 1939, continua bajo el nombre de Carmen Ruiz su actividad política en la Alianza Antifascista Giuseppe Garibaldi, recuperando su identidad un año después, gracias a la anulación de la expulsión por el gobierno de Lázaro Cárdenas.

En Tina nada cambió, o quizás algo: su estado de salud. Sin embargo su esencia permanece invariable, y también el amor por Mella, perdurable, sostenido en el recuerdo. Está en México, y es enero otra vez. Día 5 de 1942. A sólo cinco días de cumplirse trece años del asesinato de Mella, el corazón de Tina Modotti, deja de latir.

En la novela Tinisima, la narradora y periodista mexicana Elena Poniatowska recrea lo que tal vez fue la última escena en la vida de esta mujer, declarada con todo acierto, un verdadero poema de amor y de combate.

“En el taxi, Tina sintió que ondeaba como río. A lo mejor morir es separarse de todo con facilidad, dejarse ir, dormir, flotar, fluir, abandonarse a un curso desconocido hacia un destino también desconocido.

El cuerpo de Julio, embarcación sobre el agua, vino hacia ella. “Julio, no mueras, te amo tanto”. Su sexo anticipaba a Julio, Julio y el mar que a ella la envolvía desde entonces. Era bueno irse así (…). No duele morir (…) 14

Lo real es que en su cartera encontraron una foto de Mella, y que su cuerpo menudo, dicen que más joven que su rostro, fue depositado en la misma loza, donde en 1929 estuvo el cuerpo sin vida de Julio Antonio, en el hospital de la Cruz Roja.

México, enero, la vida, los ideales, la pasión, la muerte. Todo los une para siempre, tal y como ese “hombre maravilloso”, que describiera en su carta de ruptura con Xavier Guerrero, le había pedido: como  “algo cierto, algo que no sea humo”.

*Nicola Sacco y Bartolomeo Vanzetti: italianos anarquistas, que fueron acusados de dos asesinatos durante un robo millonario en 1920. El crimen fue usado contra los dos inmigrantes italianos, a quienes se les responsabilizó sólo porque eran “radicales” y extranjeros en un país que vivía en medio de una ola de represión contra “los rojos”. Son condenados en la silla eléctrica en Boston, Estados Unidos, el 23 de agosto de 1927

Referencias Bibliográficas.

1 Adys Cupull y Froilán González. Hasta que llegue el tiempo, p.232. Editora Política, La Habana, 1999

2 Adys Cupull y Froilán González. Julio A. Mella en medio del fuego: un asesinato en México, p.107. Casa Editora Abril, La Habana, 2006

3 Miriam Ancízar. Tal vez tu corazón oye crecer la rosa. Revista Somos Jóvenes, p.19.Marzo 2004

4 Ibidem, p. 21.

5 Testimonio incluido en el libro Mella Cien años de Ana Cairo, pp. 294-295

6  Elena Poniatowska. Tinisíma, p.35. Fondo Editorial Casa de las Américas. 2006

7 Erasmo Dumpierre. J.A.Mella. Biografía, p.31. Editorial de Ciencias Sociales. Ciudad de La Habana. 1995

8  Paco Ignacio Taíbo II. Tony Guiteras, un hombre guapo, p.17. Editorial de Ciencias Sociales, La Habana, 2009

9 Erasmo Dumpierre. J.A.Mella. Biografía, p.102. Editorial de Ciencias Sociales. Ciudad de La Habana. 1995

10 Adys Cupull y Froilán González. Hasta que llegue el tiempo, p.29. Editora Política, La Habana. 1999

11 Alina Perera. Buscándote Julio, p.18.Casa Editora Abril. La Habana.2008

12 Mercedes Santos Moray. De amor y fuego, p.69.Editorial Gente Nueva, La Habana. 2003

13 Frase que pronunció Mella, según afirmó Teodosio Montalbán Mugica, miembro del Directorio Estudiantil Universitario

14 Elena Poniatowska. Tinisíma, p.588. Fondo Editorial Casa de las Américas. 2006

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora